ANDREA BRAIDO JAZZ ORGAN TRIO

Chitarra, organo Hammond e batteria contraddistinguono l’ultimo lavoro del chitarrista Andrea Braido, conosciuto soprattutto nell’ambito pop/rock italiano per essere il turnista di artisti come Vasco Rossi e Zucchero.

La prima traccia “Running” ci introduce nella struttura dell’album: una brillante chitarra che apre il brano, cambia tempo e ritmo seguita a ruota dall’organo Hammond di Vito Di Modugno. Per tutto il cd i due strumenti cercano di mantenere sempre bilanciate le parti, anche se il leader riesce qualche volta a prevaricare, mentre rimane sempre più in secondo piano la precisa e dinamica batteria di Alex Napolitano. In “Andrea Braido Jazz Organ Trio” otto delle dieci tracce portano la firma di tutti e tre i musicisti, e questo denota un ottimo lavoro di squadra, ma l’impronta si sente e gli altri due brani “Lonnies’ Lament” di John Coltrane e “Fried Pies” di Wes Montgomery, che comunque non vengono stravolti, risultano completamente diversi rispetto al denso magma che contraddistingue il cd. Entrambi apprezzabili: “Lonnies’ Lament” dove la chitarra esegue la melodia che in origine sarebbe del sax, per poi lasciare spazio al giocoso Hammond, e la brillantissima e ricca di energia “Fried Pies” dove la vocalità della chitarra di Braido rende il brano piacevole all’ascolto. Nell’album si ravvedono anche forti tracce di rock come in “Gravity” e sussulti di musica sud americana come in “Relax in Manduria”, mentre risulta più lenta e sonnacchiosa “Silver Moon”.

Un lavoro apprezzato soprattutto da chi suona la chitarra e l’organo Hammond data la indiscussa bravura dei musicisti.

Album: Andrea Braido Jazz Organ Trio
Artista: Andrea Braido Jazz Organ Trio
Anno: 2011
Etichetta discografica: VideoRadio

Musicisti:
Andrea Braido – chitarra
Vito Di Modugno – organo hammond
Alex Napolitano – batteria

Tracce:
1. Running
2. Night Train
3. Silver Moon
4. Gravity
5. Mick Moments
6. Gilles Villeneuve
7. Cat Steps
8. Lonnie’s Lament
9. Fried Pies
10. Relax in Manduria

Recensione pubblicata su Jazzitalia

Lascia un commento

Un sito WordPress.com.

Su ↑